Lucietta Visciglia
Bimba con gatto, 1984, matita e carboncino, cm 45×70
Lucietta Visciglia, artista di Francavilla Marittima (CS), pedagogista e insegnante di Lettere, coltiva l’arte sin dalla più tenera età, dolce compagna di vita, di crescita e di formazione. Ha partecipato a numerose rassegne d’arte in Italia, come La donna nel panorama artistico contemporaneo (Venezia), Le grandi mostre a Roma a Palazzo Barberini, ultime, in ordine di tempo, la 1 Biennale della Creatività di Verona, Spoleto Arte 2016 e Milano Arte 2017 inaugurate e presentate dal critico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi. Non è mancata la sua presenza all’estero, come Montecarlo, Gelsenkirchen e New York. Ha conseguito prestigiosi riconoscimenti, i più recenti Il Premio della critica 2014 ed il Premio Grande Maestro 2016 . Lucietta sa essere unica perché ama creare il connubio tra pittura e poesia, “ogni sua opera pittorica diventa musica in versi, i colori vengono completati da liriche che lasciano il segno e rappresentano uno stile originale nel panorama artistico italiano. I temi preferiti sono la natura, gioiosa, accogliente e lussureggiante, ed alcune figure umane emblematiche in circostanze ora trasognate, ora simbolicamente impegnate a dare messaggi, tanto da meritare il premio di poesia Alda Merini 2012 (Tonio Licordari) . Lucietta spesso immerge figure femminili emblematiche in circostanze ora trasognate ora simbolicamente impegnate a dare messaggi, con tratti sfumati ma di sicuro significato. E’ la natura a fare da battistrada nei suoi temi, ma sempre in scena col mondo umano, cioè quasi mai come elemento di contorno. C’è nella sua pittura un’ adesione al fatto emotivo e, nello stesso tempo, la ricerca di una commistione di dati che vede il mondo , tout-court, ad essere compartecipe di eventi che vanno amalgamati, ordinati secondo un piano sequenziale, perché il caos è dietro l’angolo, magari proprio accanto a tanta serena compostezza d’insieme. Non c’è oleografia nei suoi dipinti, giacché la sua proposta è tutta iscritta nel non detto, nel non definito o, se si vuole, nel denotatum, cioè nella sottolineatura metaforica di ciò che esprime: la sicura bellezza della donna e della natura, spesso deturpate nella loro essenza dalla bestia-uomo, che si caratterizza per lo più ignara della necessità della sua umanizzazione. E’ un’artista in progress e, nonostante abbia un lungo catalogo di rassegne pittoriche e affermazioni, mette curiosità per quel che darà in nuovi giorni, in nuovi cammini. “I suoi colori e la rappresentazione di temi legati alla nostra terra di Calabria restituiscono la dignità e l’orgoglio dell’appartenenza alla nostra gente”(Francesco Filareto). Lucietta Visciglia, artista neoimpressionista, ci conduce all’interno di un immaginario non facilmente decifrabile, ove ogni luogo rappresentato ed ogni angolo indefinito, richiamano alla memoria un decorativismo di ispirazione Klimtiana, nel quale la femminilità dei soggetti (definiti tecnicamente con una maestria sintattica poco comune), incarna una profonda tenerezza, intrisa al tempo stesso di serenità sconfinata e di devastante malinconia. La narrazione dei suoi quadri ci propone una contestualità simile ad una sorta di diorama in cui la donna appare dominatrice e dominante e non sembra possedere altro che se stessa, suscitando nello spaurito ed incosciente voyeur un profondo senso di smarrimento dal quale non sarà facile sottrarsi. Dalle sue opere ha tratto ispirazione Otello Profazio, cantastorie-Premio Tenco 2016, per il suo CD Il filo di seta, la cui copertina è stata illustrata proprio con La figghia di Bellavia, un dipinto della nostra artista Lucietta . Hanno scritto di lei: Piero Emilio Acri, Alfredo Barbagallo, Mariarosaria Belgiovine, Stefania Bison, Massimo Campigli, Francesco Chetta, Giancarlo di Fede, Giorgio Falossi, Biagio Fichera, Francesco Filareto, Francesco Fusca, Renata Navalesi Gerevini, Adriana Grispo, Sandra Lucarelli, Gianni Latronico, Paolo Levi, Antonio Licordari, Eugenio Nastasi, Giorgio Pilla, Paolo Rizzi, Salvatore Russo, Sandro Serradifalco, Vittorio Sgarbi. Citata dalla stampa specializzata nazionale ed estera, le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero ed è presente nei più qualificati cataloghi e annuari d’arte moderna.