Amanda Nebiolo

Something to drink clay, amethyst, topaz and acrylic on Moët e Chandon 200ml

Biografia

Nata a Torino nel 1973.

Liceo Classico. Laurea in Scienze della Comunicazione. Iscritta alla Facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Universita’ degli Studi di Torino.

Scrittrice e giornalista (Ordine Nazionale dei Giornalisti), ha collaborato con il settimanale Il Corriere Sportivo, per il quale si occupava di golf, nautica e tiro a segno.

Nel 2005 ha pubblicato il suo primo libro dal titolo “Il recinto” (Ed. TracceDiverse) seguito, nel 2009, da “Pensamientos de una mujer cualquiera” (Ed. Arkesis) e, nel 2011, da “In sintesi” (Ed. Arkesis).

Diplomata sommelier e gia’ membro dell’A.I.S. (Associazione Italiana Sommelier), ha collaborato con il periodico Donna Sommelier Europa, curando la rubrica sull’enogastronomia iberica e presenziando, in rappresentanza della testata, all’appuntamento annuale con il Salone del Vino di Torino.

Superato l’esame d’ammissione al corso di figura presso l’Accademia Libera del Nudo (Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino), ha iniziato a esporre le sue tele nell’ambito della Feria de Arte y Antiguedades di Madrid.

Artisticamente si è espressa non soltanto attraverso la pittura, ma anche come autrice di poesie, vincendo premi letterari e pubblicazioni in diverse antologie. Ha inoltre recitato in numerosi film, spot pubblicitari e fictions, tra i quali “Giallo”, diretto dal regista Dario Argento.

Tra le sue opere, i cortometraggi “Talking about freedom” e “New York. Hopes and scars” (in concorso al Torino Film Festival edizioni 2003 e 2008). Dal 2003 è membro attivista di Amnesty International. Nel 2009 ha vinto il Premio Martin Luther King per la difesa dei diritti umani.

Nel 2016, per iniziativa della Casa Editrice Effetto Arte, viene nominata a Palermo “Ambasciatrice dell’Arte per l’Italia”, in occasione della Biennale Internazionale d’Arte del Mediterraneo. Successivo e’ l’inserimento nel testo di Storia dell’Arte “L’evoluzione dell’Arte Moderna nel XXI secolo”, curato dal saggista, critico e storico dell’Arte Prof. R. Pinto, archiviato presso la Biblioteca Thomas J. Watson del Metropolitan Museum di New York.

Tra le principali motivazioni d’ammissione/critiche ricevute, quelle a firma Prof. Vittorio Sgarbi e Prof. Paolo Levi.